Lo scoppio della pandemia di Covid-19 è stato legato al
consumo di carne di animali selvatici, "bushmeat", molto comune in varie regioni del mondo.
In particolare, il problema si evidenzia nei luoghi dove questa carne viene venduta, spesso illegalmente, ovvero i "wet-market".
Per "wet-market" si intende letteralmente
mercato bagnato, ovvero un mercato dove gli animali vengono macellati direttamente sul posto. Questi luoghi sono diffusi in diverse aree tropicali del mondo.
È proprio in questi mercati, dove spesso non vengono rispettate le regole igieniche e sanitarie per la macellazione e la conservazione del cibo, che si possono verificare fenomeni di
spillover ovvero il passaggio di un agente patogeno da una specie all'altra. Secondo diversi scienziati è proprio tramite questo evento che il virus SARS-Cov2, insediato inizialmente in
pipistrelli e/o in
pangolini, utilizzati come cibo, è arrivato all'essere umano.
In Occidente si è discusso a fondo sulla chiusura di questi mercati, o quantomento sulla proposta di bandire il consumo di carne selvatica in essi. La complessità della problematica, però, ha sottolineato come sia necessaria una maggiore comprensione e consapevolezza delle ragioni per cui il consumo di carne selvatica è ancora così diffuso. In alcune aree del mondo questa pratica è infatti inevitabile e necessaria per la vita umana: molte popolazioni dipendono da essa per l'approvigionamento di proteine.
Ciò che più mette a rischio la nostra salute è l'incremento del traffico di animali selvatici verso le metropoli di vari Paesi tropicali.
Per approfondire la tematica del bushmeat e del traffico di animali selvatici verso i wet-market, ci siamo rivolti a due docenti universitarie che da anni studiano questi argomenti.
Nel primo video, la
prof.ssa Julia Fa della Manchester Metropolitan University (UK), che vanta un’esperienza ventennale sulla tematica del bushmeat, in particolare in Africa occidentale e America latina, ci fa comprendere cosa ci sia dietro il consumo di carne selvatica, e quali siano le conseguenze di un consumo insostenibile di fauna,
sia sugli ecosistemi che sulla nostra salute.
La
prof.ssa Sara Platto, della Jianghan University di Wuhan (Cina), ci parla invece del perché questa pandemia fosse in un certo senso “annunciata”, e di come la perdita di biodiversità dovuta ad uno sfruttamento insostenibile della natura può solo aumentare il rischio che pandemie come quella da COVID-19 si ripetano in futuro.
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