A seguito di un declino durato secoli, provocato dal bracconaggio e dalla perdita dell’habitat a causa delle attività umane, il bisonte europeo sopravviveva solo nella foresta di Białowieża, situata nell’attuale Polonia. Una roccaforte destinata a cadere nel 1919, quando l’ultimo bisonte selvaggio d’Europa venne abbattuto. Ma non tutto era perduto. Per fortuna, alcuni giardini zoologici europei custodivano circa sessanta esemplari. Una gestione accurata e gli ammirevoli sforzi profusi dagli zoo, tra cui il Parco Natura Viva, hanno dunque permesso di riportare in natura questo gigante nostrano, e ad oggi circa 4000 bisonti abitano varie aree selvagge d’Europa: dall’Olanda alla Romania.
Dal 2018, Fondazione A.R.C.A. è al fianco dei ricercatori impegnati nell’attività di monitoraggio dei bisonti appena rilasciati in natura, come Alexandru della Romanian Wilderness Society, che opera nell’area dei monti Tarcu.
Reintrodurre un grande mammifero in aree in cui non esiste più da secoli presenta delle problematiche complesse. Innanzitutto, è necessario stabilire in quali luoghi i bisonti possano prosperare, non solo sopravvivere, permettendo alla popolazione di crescere nel tempo. Inoltre, è necessario un intensa azione di comunicazione e coinvolgimento per preparare le comunità locali nell’affrontare la reintroduzione di questi giganti.
Proprio per questo, Fondazione A.R.C.A. non si limita al monitoraggio post-rilascio. Sosteniamo le organizzazioni locali nella sensibilizzazione e creazione di nuove opportunità per le comunità che abitano i remoti luoghi in cui avviene la reintroduzione del bisonte europeo.
Dal 2018, Fondazione A.R.C.A. offre supporto alla Romanian Wilderness Society nel suo lavoro di monitoraggio pre e post rilascio nell’area dei monti Tarcu. Ad esempio, con l’acquisto di attrezzature e mezzi per facilitarne il lavoro sul campo.