Progetto Mantella Arlecchino

Quattro lembi di foresta isolati, nel Madagascar centrale, sono tutto quello che resta dell’habitat di uno degli anfibi più spettacolari al mondo: la mantella arlecchino. 
Questa piccola raganella, di circa 2-3 cm di lunghezza, è considerata a rischio critico di estinzione non solo a causa della frammentazione dell’habitat ma anche dallo sfruttamento per il commercio internazionale.
 
Negli ultimi 15 anni la popolazione ha subito una drastica riduzione, stimata in oltre l’80%.
 
Un team guidato da Franco Andreone del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e Chair dell’IUCN SSC Amphibian Specialist Group del Madagascar, si propone di svolgere attività di ricerca per raccogliere informazioni vitali per salvaguardare questo piccolo gioiello e l’ambiente in cui vive.

Fondazione A.R.C.A. sostiene la messa in atto del piano d’azione per la conservazione della mantella arlecchino. Questo piano include varie azioni di ricerca, dalla genetica alla distribuzione. L’approccio che Fondazione A.R.C.A. considera vincente in questo progetto consiste nel coinvolgimento attivo, non solo di organizzazioni ed esperti locali, ma anche delle popolazioni che abitano nei pressi degli ultimi baluardi della mantella arlecchino. Fondazione A.R.C.A. supporta in particolare queste azioni rivolte alla valorizzazione di uno sviluppo sostenibile delle popolazioni locali. Ciò permetterà di salvaguardare questa rana unica al mondo, portando al contempo possibilità di sviluppo per le popolazioni rurali.
 

Le prime azioni di conservazione sono state intraprese nel 2003 con il supporto di un grant “Declining Amphibian Population Task Force”. Grazie a questo sostegno, sono stati fatti alcuni importanti ricerche sul campo. Nel 2008 è stato pubblicato il primo Piano d'azione Mantella cowanii, che riporta l'attuale distribuzione delle specie note, lo stato della popolazione e le condizioni dell'habitat, oltre a definire le azioni chiave necessarie per la protezione della specie. Una delle principali azioni proposte è stata la creazione di un'area protetta dedicata nella regione di Antoetra. Da allora è stato istituito un programma di conservazione del sito insieme a un'organizzazione locale, FOMISAME, composta da membri della comunità locale.