Monitoraggio di Stelvio50, il gipeto reintrodotto in natura

Monitoraggio di Stelvio50, il gipeto reintrodotto in natura

Abbiamo il piacere di condividere con voi i dati, ricevuti recentemente, riguardanti gli spostamenti tracciati con GPS di uno dei nostri gipeti. L’individuo in questione ci rende orgogliosi: si tratta del primo nato e allevato al Parco Natura Viva, un evento per nulla banale. 
Lo abbiamo chiamato Stelvio50, in onore del Parco Nazionale dello Stelvio e dell’50esimo anniversario del Parco Natura Viva. 

Stelvio50 è stato reintrodotto in natura nel 2019, grazie a un’operazione di Fondazione A.R.C.A. Il suo rilascio è avvenuto in Andalusia, nella Sierra di Cazorla, come parte del progetto di reintroduzione di questa specie portato avanti dalla Vulture Conservation Foundation. 

Questo bellissimo esemplare ha già percorso centinaia di chilometri dal giorno del suo rilascio: solo negli ultimi 7 giorni ha ricoperto circa 250 km. 

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Grazie alle informazioni fornite dall'Agenzia de Medio Ambiente y Agua de Andalucía, con sede a Granada in Andalusia, è possibile conoscere costantemente le informazioni riguardo il suo stato di salute e benessere, monitorando i tuoi spostamenti e i suoi fabbisogni giornalieri. 

Prima del rilascio infatti, Stelvio50 è stato dotato di un tracciatore GPS, un anello identificativo, inoltre alcune penne remiganti sono state decolorate per permettere una più facile identificazione in volo.
Stelvio50 è un giovane gipeto che raggiungerà l’età adulta intorno a 9 anni di età. Sono trascorsi due anni dalla sua reintroduzione nella Riserva Naturale “Sierras de Cazorla, Segura y Las Villas”, eppure non viene mai perso di vista dai ricercatori sul campo. 

Ma come mai è così importante occuparsi del suo benessere dopo averlo reintrodotto nel suo ambiente naturale?

I motivi principali sono i seguenti:
  • Il primo importante aspetto da valutare è il successo della sopravvivenza in natura. È necessario controllare che gli animali reintrodotti siano in grado di adattarsi al loro nuovo ambiente e riescano a procurarsi autonomamente le risorse di cui hanno bisogno, sfruttando l’habitat che li circonda;
  • Come secondo aspetto è importante raccogliere più informazioni possibili attraverso il monitoraggio post rilascio, per permettere ai ricercatori di sviluppare il metodo ottimale di preparazione degli animali per i rilasci successivi. La reintroduzione di un individuo non è infatti un’operazione semplice e richiede anni e anni di studio per ricavare le tecniche migliori;
  • L’ultimo aspetto da non sottovalutare è possibilità di svolgere degli studi approfonditi riguardo i comportamenti naturali, ciò permette ai ricercatori di approfondire le conoscenze riguardo la specie reintrodotta;
Le informazioni che si ottengono grazie al lavoro dei ricercatori sul campo, permettono quindi di comprendere al meglio come se la “stia cavando” Stelvio50, ma al contempo permettono di aumentare le conoscenze riguardo la specie di avvoltoio gipeto. 

L’obiettivo è far tornare a volare sui nostri cieli questi magnifici avvoltoi dopo quasi un secolo di assenza. Tuttavia, non si raggiunge il giorno del rilascio di un esemplare. Lo sforzo di conservazione attraverso il monitoraggio continua per molto tempo, a volte anni, dopo l’avvenuto rilascio. Questo è necessario per assicurarsi che il gipeto, così come individui di altre specie come il Bisonte europeo in Romania, o gli Ibis eremita tra Italia e Austria,  possano sopravvivere e vivere nel loro ambiente naturale.

Ma Stelvio50 non è l’unico esemplare in libertà proveniente dal Parco Natura Viva. Nel 2020, infatti, la “sorella” Eglazine ha spiccato il suo primo volo nei cieli europei, più precisamente nel Parco Regionale Des Grand Causses, tra i massicci della Francia centro-meridionale. Eglazine è stata l’unica gipeta italiana reintrodotta in natura lo scorso anno e presto avremo disponibili anche i suoi dati GPS.

Il gipeto è l’avvoltoio più grande d’Europa, ed è uno dei brillanti esempi di recupero e conservazione di una specie che è stata sull’orlo dell’estinzione. Il suo ruolo di “spazzino” della natura riveste una funzione preziosissima per l’equilibrio del suo ecosistema, che affida agli avvoltoi il compito di ripulire gli ambienti dagli animali morti, impedendo la diffusione di malattie e contagi, e consentendo alla natura di dotarsi di vere e proprie “sentinelle della salute”.

L’attività di tutela svolta da Fondazione A.R.C.A. non può proseguire senza il tuo aiuto. Continua a seguire le nostre news e SOSTIENICI, ogni piccolo aiuto è un grande aiuto.